PREGHIERE AL VENTO (2000)
Da tempo non succedeva
che andassi dal Padreterno,
da lui che più d’ogni altro
sa bene cos’è l’inferno,
da lui che demanda all’uomo
l’onore del suo messaggio
che dietro un altare enuncia
un prete col suo coraggio.
La chiesa splendeva d’ori
di stucchi e dipinti immensi
e il parroco con veemenza
parlava tra odor di incensi
di uomini e donne soli,
di vecchi, malati e stanchi
a loro, dormienti e assenti
seduti sui lignei banchi.
Qualcuno pensava ad altro,
qualcuno restava al gioco,
un tizio se ne uscì fuori
tornando poi dopo un poco,
un’altra sbirciava tutti
facendo il suo censimento
contando le pecorelle,
le stelle del firmamento
di un cosmo di buchi neri
che ingoian la luce vera
e il senso qui ormai perduto
di quella che è una preghiera.
Un lampo brillò dai vetri
e un tuono si udì lontano
così che un’anziana donna
col velo e l’ombrello in mano
decise di controllare
le forze della natura
per poi bisbigliare agli altri
che non v’era più paura,
che erano gocce sparse
di polvere del deserto
e non nubi nere e gonfie
sospinte dal mare aperto.
La voce del celebrante
chiamò tutti alla sua mensa
e andarono come un gregge
che agisce ma che non pensa,
lontani dall’aver colto
l’essenza del sacro rito
e ignari di avere avuto
puntato lor contro il dito
nel mentre si predicava
l’amore che in ogni gesto
sa dare speranza a un volto
nell’attimo più funesto.
…E l’ostia che benedetta
dovrebbe recar la pace
un dì trasformarsi spero
in rossa e rovente brace
perchè le preghiere assenti
narrate come poesie
non danno indulgenza e gioia
ma linfa per le manie
di esser sempre presenti,
di esser davanti agli occhi
di chi può tornar d’aiuto
al suono dei tre rintocchi,
di chi può spianar la strada,
di chi può portar tesori
in cambio di un’ora al giorno
vissuta da bravi attori…
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© by Alfonso Maffini 2003