OTTOBRE 2010

MONTICELLI D'ONGINA
I PRIMI 100 ANNI DELLA NOSTRA SCUOLA ELEMENTARE

 

 


IL RICORDO DI ALFONSO LEGATO
ALLA SCUOLA ELEMENTARE



L'ARTICOLO IL (2010)

Quanto tempo è trascorso da quando frequentavo la terza elementare?
Tanto, parecchi anni, decenni. Una miriade di giorni si sono susseguiti frenetici donandomi e togliendomi qualcosa fino a trasformandomi nell’uomo di oggi.
Il passato mi appare un’immensa galassia di ricordi. Alcuni sono minuscole luci sfuocate in lontananza e altri invece brillano intensamente, immutati nelle loro emozioni, come la “Festa della Mamma” del 1969.
La maestra Lella Colombi era un’insegnante attenta e piena di iniziative originali che sapevano trasformare il dovere dello studio in un piacere. A primavera era tradizione rendere omaggio alle mamme invitandole a trascorrere il pomeriggio a loro intitolato nel salone del Cinema Teatro Verdi (attualmente trasformato in bocciodromo) dove gli alunni si sarebbero esibiti in un trionfo di poesie,canti e scenette.
Nel Febbraio del ‘69 iniziarono i preparativi e per un paio di pomeriggi alla settimana ci si trovava, a turno, nel retro bottega dei genitori della maestra Lella. Era un negozio di calzature, piccolo e zeppo di scatole di scarpe che ricoprivano le pareti dal pavimento al soffitto ed aveva un profumo di cuoio che mi sembra ancora di sentire.
Tra un mocassino e uno stivale le prove avevano luogo con l’impegno di noi artisti in erba che, calati appieno nella parte, ambivamo alla perfezione per il grande evento.
All’inizio la maestra Lella pensò di inserirmi nel coro e testò la mia intonazione facendomi solfeggiare la scala delle note. Al “MI” capì senza ombra di dubbio che avrei trasformato la seriacorale in una parodia e decise che la recitazione mi sarebbe stata certamente più congeniale.
Fu scelta una poesia in dialetto monticellese di cui rammento soltanto un piccolo passaggio “I me occh i vadiva apena te…”che avrei declamato a turno con una compagna di classe.
Condividere il palco con un’altra persona all’inizio mi infastidì ma, appena seppi che era stata prescelta Anna Cattivelli, ogni malumore si svanì e il cuore cominciò a battermi forte. Per Anna nutrivo una simpatia speciale, un sentimento innocente e tenero che solo un bambino sa provare. La pensavo durante la giornata e la sbirciavo dal banco desideroso di poter scambiare una parola con lei.
E adesso avrei recitato al suo fianco: che emozione! Imparai la mia parte a memoria e la ripetei un’infinità di volte fino al magico momento in cui il presentatore annunciò i nostri nomi sul palcoscenico.
Una fotografia testimonia l’avvenimento e la mia enfasi… e pure la diversità tra me e Anna, di una quindicina di centimetri più alta al punto da farci assomigliare all’articolo “il”.

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